AI sconfitta da un giocatore amatoriale di Go: come c’è riuscito?
Per quanto l’Intelligenza Artificiale abbia fatto dei passi da gigante negli ultimi anni, invadendo qualsiasi segmento di mercato, non è ancora di quella umana. Arriva l’ennesima conferma.
Stavolta non è solito errore dell’algoritmo, di cui si trova sempre qualcosa che non va. Nessun demerito dell’AI, i meriti vanno ascritti a un giocatore amatoriale di Go, capace di dare scacco matto all’imbattibile avversario.
Kellin Pelrine, chi era costui? Fondamentalmente un signor nessuno, semplicemente uno dei milioni e milioni di player che affolla il mondo fatato del gaming, un giocatore americano che si trova un livello sotto la classifica dei dilettanti più alti, eppure capace di miracol mostrare, la testimonianza, se ce n’era bisogno, della superiorità umano (ancora) nei confronti di una macchina, e simili.
Lo statunitense ha completamente sconfitto un sistema di intelligenza artificiale di alto livello nel gioco da tavolo Go, in un’inversione a sorpresa della vittoria del computer del 2016, che era stata vista come una pietra miliare nell’ascesa dell’intelligenza artificiale. Sbagliato.
Ma come l’ha sconfitto? Con una mossa tanto semplice quanto tipica dell’intelligenza umana, cercando con la proprio mente di capire il punto debole dell’altro.
Il carneade che ha riscritto la storia
Kellin Pelrine ha semplicemente capito un difetto precedentemente sconosciuto che era stato identificato da un altro computer. Ma lo scontro diretto in cui ha vinto 14 partite su 15 è stato intrapreso senza il supporto diretto del computer. Il trionfo, o meglio la grande rivincita con gli interessi, ha evidenziato una debolezza nei migliori programmi per computer Go, condivisa dalla maggior parte dei sistemi di intelligenza artificiale oggi ampiamente utilizzati, incluso il chatbot ChatGPT creato da OpenAI e così tanto di moda.
Le tattiche che hanno riportato in vetta un essere umano sul tabellone Go sono state suggerite da un programma per computer che aveva sondato i sistemi di intelligenza artificiale alla ricerca di punti deboli. Il piano suggerito è stato poi consegnato spietatamente da Pelrine, da qui lo scacco matto.
La strategia vincente rivelata dal software “Non è del tutto banale, ma non è super difficile potrebbe essere utilizzata da un giocatore di livello intermedio per battere le macchine”. Così parlò il carneade manifesto dell’intelligenza umana, che ha usato anche il metodo per vincere contro un altro sistema Go top, Leela Zero. La vittoria decisiva, anche se con l’aiuto di tattiche suggerite da un computer, arriva sette anni dopo che l’IA sembrava aver preso un vantaggio inattaccabile sugli umani in quello che è spesso considerato il più complesso di tutti i giochi da tavolo. Il software ha giocato più di 1 milione di partite contro KataGo, uno dei migliori sistemi di gioco Go, per trovare un “punto cieco” di cui un giocatore umano potesse approfittare. Ben fatto, così si fa.