Sembra un film di spionaggio, ma è la realtà: Amazon proibisce di utilizzare ChatGPT per motivi di sicurezza. Ecco cosa c’è dietro.
Da una parte un colosso mondiale, una multinazionale capace di ancorarsi alle nostre abitudini ponendo le sue radici nei più disparati ambiti di consumo; dall’altra un’intelligenza artificiale che diventa ogni giorno più intelligente, governata dai rivali di sempre. Potrebbe sembrare a tutti gli effetti la trama di un film di spionaggio futuristico, invece è la realtà. Amazon si schiera contro ChatGPT, ma i motivi sono più che concreti.
Un gigante dell’e-commerce come Amazon, com’è facilmente intuibile, ha bisogno di una forza lavoro importante. E non si parla solo di braccia per movimentare le merci, che comunque sono sempre più dominate dai robot dell’industria 4.0. La società fondata da Jeff Bezos ha una presenza che si mantiene sull’online. Per questo dietro allo store e ai suoi molteplici servizi troviamo una pletora di informatici e programmatori sempre pronti ad efficientare la macchina e a sviluppare nuove funzionalità.
I dipendenti Amazon si affidano troppo a ChatGPT, a detta dell’azienda
Nell’ultimo mese si è parlato tanto di ChatGPT, l’intelligenza artificiale con cui si può conversare e che può creare contenuti di vario tipo in pochi secondi. Ad utilizzarla, a quanto pare, l’hanno fatto anche alcuni professionisti. Più nello specifico, i dipendenti di Amazon hanno iniziato a chiedere delucidazioni e consigli nello sviluppo di nuove linee di codice. Data la novità dello strumento, in poco tempo le caselle interne degli operatori di Amazon sono state riempite di richieste e linee guida per capire se l’utilizzo di questa IA fosse davvero consentita e consigliabile.
La risposta dei vertici è stata rapida e dura: non condividere con ChatGPT alcun tipo di informazione. I dirigenti, infatti, si sono resi conto che in questo modo venivano condivise troppe informazioni private, e che, in alcuni casi, sembrava che l’IA arrivasse a conclusioni che corrispondevano con dati interni già realizzati. La paranoia, in realtà, è così giustificata: ChatGPT è una creazione di OpenAI, azienda fondata da un certo Elon Musk.
Tra i principali finanziatori del progetto ritroviamo Microsoft, con un budget di circa 10 miliardi di dollari. L’azienda dei software Windows è da anni in combutta con Amazon, tanto da poterla considerare a tutti gli effetti una rivale. L’ammonizione dei dirigenti, dunque, è presto spiegata: bisogna evitare a tutti i costi di condividere con Microsoft dati sensibili su prodotti e servizi, sia quelli attuali che quelli che sono ancora in divenire.