Come costruire in casa un reportage di guerra (falso) e pubblicalo facendolo passare per reale: ecco chi l’ha fatto e perché
Uno dei più grandi rischi di quest’era un po’ smart e un po’ tech, non tanto gli infiniti attacchi hacker, comunque sempre più pericolosi. Ma da qualcos’altro di più subdolo.
Sono le fake news. Che siano quelle messe in giro da cyber criminali o burloni, oppure dalle Intelligenze Artificiali non ancora sviluppate nelle rispettive versioni definitive, fa lo stesso. Tanto per citare la più gettonata Intelligenza Artificiale, ChatGPT, online ormai sono sempre più soventi le “allucinazioni” fornite da quella disciplina che studia se e in che modo si possano realizzare sistemi informatici intelligenti in grado di simulare la capacità e il comportamento del pensiero umano.
Anche l’evoluzione di ChatGPT, quel ChatGPT-4 che rappresenta uno scatto importante del chatbot di OpenAi, che ora è in grado di rispondere e formulare un testo guardando una semplice immagine (tanto per fare un esempio), soffre di allucinazioni.
Sì, allucinazioni intese come percezioni alterate della realtà, un male che sta colpendo tantissimo i sistemi di machine learning, spesso superficiali o peggio ancora sinonimo di invenzioni di fatti mai accaduti, come per il caso dello sviluppatore Noble Ackerson, che facendo “egosurfing” (cercando il proprio nome online) ha scoperto di essere morto, secondo ChatGPT, invece è vivo e vegeto.
A lungo andare, tutte queste info online potrebbero dar vita a un internet dove le allucinazioni saranno nettamente maggiori rispetto alla realtà. In tal senso va inquadrato un esperimento talmente ben riuscito di Barbara Zanon, fotografa veneziana capace di creare un reportage sulla guerra in Ucraina talmente vero, ma che in realtà è un fake.
Un mondo fake dietro l’angolo
L’ho pubblicato perché volevo che le persone capissero quanto possiamo essere manipolati e aprire un dibattito urgente sulle potenzialità e i limiti dell’Ai”. Così la fotoreporter veneta, in uno stralcio di un’intervista su La Repubblica.
La Zanon è stata capace di creare a computer un’Ucraina dilaniata dalla guerra con la Russia, una terra distrutta dalle bombe, con cumuli di macerie ovunque, funerali a go go e, perfino, una donna affranta che prega i civili uccisi. Tutto vero, forse. Chissà. L’unica certezza è la Barbara Zanon non è stata in Ucraina a scattare queste foto.
E’ tutto frutto della sua fantasia, coadiuvata da Midjourney, il nome del programma di intelligenza artificiale dell’omonimo laboratorio che crea immagini da descrizioni testuali, simili a DALL-E di OpenAI, il papà di OpenAI. Attenzione dunque ad affidarci all’intelligenza artificiale: un mondo fake è dietro l’angolo.