L’avvertimento del Fondo Monetario Internazionale è tutt’altro che ottimista: il peggio lo vedremo durante i prossimi 5 anni. Il contesto macroeconomico offre gli sviluppi per poter ipotizzare un peggioramento della situazione. Per l’FMI si tratta di una vera e propria crisi che si delineerà da qui a cinque anni.
La situazione è sotto gli occhi di tutti. Gli eventi naturali e geopolitici si sono accavallati, e non hanno consentito una fase di respiro alle economie mondiali. Queste, per altro, stanno avendo modo di confrontarsi con sistemi antiquati e inadeguati alle sfide che si stanno man mano presentando. Una delle più importanti è quella dell’inquinamento e dell’impatto dell’uomo sull’ambiente. Le varie pressioni portano la situazione a un elevato grado di rischio.
Oltre alle evidenze, che sembrano essere palesemente sotto gli occhi di tutti, anche le voci più autorevoli si stanno iniziando a schierare, corroborate da dati che indicano un solo orizzonte: la crisi economica. Il termine ci tiene un po’ sotto scacco fin dal 2007/2008, cioè da quando ha iniziato a diffondersi incessantemente nelle nostre case e nelle nostre vite di tutti i giorni. Ora, sembra tornare a galla, e il merito è del Fondo Monetario Internazionale: i prossimi cinque anni saranno i più difficili per quanto riguarda la crescita economica.
Secondo l’FMI nei prossimi cinque anni avvertiremo il peggio della crisi
Il discorso è abbastanza lineare. I dati che l’FMI è riuscito ad elaborare indicano che fino al 2028 si verificherà una crescita talmente lenta come non si era mai vista negli ultimi 30 anni. Insomma, urgono misure adatte e stabilità, due aspetti che messi insieme sembrano una chimera. Fino al prossimo milestone individuato dal Fondo, la crescita globale dovrebbe fermarsi sul 3%. Questo dato è addirittura inferiore alla media calcolata ogni lustro a partire dal 1990, la quale si attesta sul 3,8%. Ciò riguarderà praticamente tutti, visto che il 90% delle economie avanzate subirà questa inflessione.
Ovviamente rimangono ai margini di questo discorso due economie in fermento come quelle di Cina e India, le cui espansioni dovrebbero rappresentare circa la metà di quella globale. Ciò allargherebbe un divario già enorme tra ricchi e poveri, con sempre più persone coinvolte nel rischio di una vita sotto gli standard minimi. Le previsioni, c’è da dire, servono anche per rimodulare le agende dei decisori. Questa visione, in pratica, può essere salvata: tutto dipenderà da chi ha il potere di decidere.