Fisco, ora potenziato con AI per darci la caccia: ecco i parametri che lo fanno impazzire e cosa cercano nelle nostre tasche
Una riforma fiscale dello Stato cambia radicalmente le cose: d’ora in poi il Fisco può usare l’intelligenza artificiale. Lo strumento tecnologico verrà utilizzato per gli accertamenti da svolgere nei confronti dei contribuenti. Tutto questo, però, apre una questione importante che rimane irrisolta.
Una delle frontiere tecnologiche che negli ultimi tempi ci stanno stupendo di più è sicuramente quella dell’intelligenza artificiale. ChatGPT è diventato uno strumento rivoluzionario. Per la prima volta, infatti, chiunque ha potuto avere modo di toccare con mano le potenzialità di un’intelligenza artificiale conversazionale in grado di rispondere alle nostre domande e di creare addirittura contenuti come testi e immagini.
Ovviamente, questa dimostrazione è stata solo un assaggio. L’IA ben presto ha incominciato ad essere sfruttata dalle aziende, sia per i processi produttivi che per integrazioni online. A quanto pare, però, anche la Pubblica Amministrazione non vuole essere da meno, e ha deciso che l’intelligenza artificiale può portare una serie di benefici dei quali non è possibile fare a meno. Il riferimento è all’Agenzia delle Entrate, che ha da poco arruolato tra le sue fila anche l’IA. L’Esecutivo di Governo ha già approvato una riforma fiscale che permetterebbe dunque al Fisco di utilizzare sistemi di intelligenza artificiale. Lo scopo del suo impiego è logico e comprensibile.
L’IA dell’Agenzia delle Entrate verificherà le condizioni dei contribuenti
In questo senso, gli algoritmi diventano il principale meccanismo per bloccare i furbetti che tentano di aggirare il Fisco. L’intelligenza artificiale, infatti, in combinazione con le nuove tecnologie digitali impiegate dalla Pubblica Amministrazione, diventerebbe un ostacolo davvero difficile da superare. In questo caso, si potrebbe migliorare sempre di più un sistema di recupero fiscale che nel 2022 ha toccato la cifra record di 20,2 miliardi di euro. L’evasione, dunque, sarebbe sempre più complessa, e l’IA diventerebbe un ottimo deterrente nei confronti di chi volesse tentare di fregare il sistema.
Ovviamente quando si parla di IA nessun discorso diventa semplice e lineare. Le ambiguità sono sempre dietro l’angolo: chi sarebbe oggetto di contestazione da parte del Fisco dovrebbe avere ben chiaro ciò che gli viene contestato, e oltre a ciò dovrebbe conoscere l’iter che ha portato a questo risultato. Insomma, il rischio è che si concretizzi una situazione in cui qualcuno viene accusato dal sistema, senza che né lui né l’Agenzia delle Entrate possano accedere alle motivazioni specifiche. La questione rimane complessa e vedremo come si evolverà.