Il futuro è alle porte, lo Spazio non avrà più confini con questa tecnica da film di fantascienza
Finora l’ibernazione è stata relegata ai film di fantascienza. In realtà le agenzie spaziali la stanno già studiando da tempo. L’obiettivo è quello di consentire agli esseri umani di affrontare lunghe traversate cosmiche. Il principio di base è la stessa soppressione metabolica che gli animali utilizzano durante i periodi di letargo.
Quanti di noi hanno visto Interstellar? In gran parte dei film di fantascienza, il metodo utilizzato dagli esseri umani per affrontare lunghe traversate cosmiche è quello dell’ibernazione. Si tratta a tutti gli effetti di un lunghissimo sonno durante il quale vengono ridotte al minimo le funzioni vitali dei passeggeri. Alla fine del viaggio, il risveglio permette di recuperare le funzioni precedenti senza problemi.
Certo, abbiamo parlato di fantascienza. Ma la verità è che anche la scienza vera e propria non si distacca molto dalla fantasia. Le agenzie spaziali, infatti, è da tempo che si sono impegnate per studiare i metodi migliori per usufruire dell’ibernazione degli astronauti. In realtà questo mezzo è molto più naturale di quanto non si creda. Infatti, il principio è lo stesso che sta alla base del letargo di alcuni mammiferi, i quali per lunghi periodi sfruttano la soppressione metabolica per cadere in stati profondi di sonno. Una ricercatrice dell’Esa, Jennifer Ngo-Anh, ha assicurato che le prime prove potrebbero realizzarsi tra dieci anni.
L’ibernazione al centro degli studi delle agenzie spaziali per i viaggi di lunghissima durata
C’è da fare un discrimine tra l’ibernazione e la crioconservazione. Nel secondo caso, infatti, si tratta di una sorta di pseudoscienza che garantirebbe la conservazione dei corpi a temperature molto basse. Nulla di tutto questo è preso come plausibile dalle comunità di scienziati, i quali puntano sull’emulazione del torpore letargico degli animali, il quale permette loro di sopravvivere anche in condizioni avverse quali la scarsità di acqua e di cibo.
Sotto altri punti di vista, l’ibernazione potrebbe risolvere alcuni problemi che affliggono da sempre gli astronauti, come l’esposizione alle radiazioni e la microgravità. Le cellule degli animali che si trovano nello stato di torpore sembrano resistere maggiormente alle radiazioni, e tutto il fisico, dal cervello ai muscoli, subisce cambiamenti per fare in modo che il letargo non comprometta la riattivazione immediata al risveglio. Insomma, il futuro nelle intenzioni è sempre più vicino di quello che si pensa, mentre nelle applicazioni è sempre più lontano. Vedremo dove si arriverà con la ricerca sull’ibernazione.