Una trovata tutta italiana: il MGTES consente di accumulare l’energia termica nella sabbia per poi distribuirla alle imprese. L’acronimo sta per Magaldi Green Thermal Energy Storage, e sarà gestito dall’azienda produttrice Magaldi con l’ausilio di EnelX, la quale distribuirà l’energia sul territorio.
L’innovazione tecnologica sembra non conoscere limiti consistenti. Sul fronte dell’energia, poi, le nuove implementazioni risultano essere fondamentali. L’aumento incontrastato dei prezzi della materia prima gas ne sono un esempio: dipendere da un solo fornitore non è mai una scelta strategica azzeccata. Senza considerare poi che negli ultimi tempi sono diventate fondamentali le tematiche legate all’impatto sull’ambiente, il quale sta subendo l’opera dell’uomo e sta rapidamente cambiando, creando situazioni devastanti su molti livelli.
In questo scenario, un’azienda italiana ha brevettato un sistema tanto semplice quanto geniale per conservare l’energia. Nessun componente tecnologico ultra avanzato, nessuna opera ingegneristica futuristica: basta utilizzare la sabbia. L’azienda è Magaldi e ha dato il nome allo stesso sistema MGTES, Magaldi Green Thermal Energy Storage. Essa lavorerà in collaborazione con EnelX. La prima, dunque, si occuperà di costruire sul territorio queste geniali batterie, mentre la seconda si preoccuperà di distribuire l’energia sul territorio italiano presso le aziende che ne avranno bisogno. Il funzionamento di questa tecnologia si basa su una nozione elementare: l’energia termica.
Il MGTES, le batterie del miracolo italiano
La prima batteria italiana a funzionare con la sabbia sarà costruita vicino a Salerno, più precisamente nella località di Buccino. Il suo posizionamento è dovuto alla vicinanza presso lo stabilimento di un fornitore del gruppo Ferrero. Da quando verrà messa in funzione nel 2024 si prevede che i consumi dello stabile saranno ridotti del 20%, equivalenti a 1000 tonnellate di CO2 in meno emesse in un anno. Il prezzo al kWh, tra l’altro, è molto inferiore rispetto a quello da pagare per l’energia proveniente dai classici accumulatori al litio.
Per mettere in piedi una batteria del genere, Magaldi costruirà dei moduli in acciaio che conterranno sabbia silicea. Per funzionare, la sabbia verrà scaldata fino a 600 gradi: in questo modo la base del contenitore avrà uno strato di sabbia fluidizzata sul fondo in grado di trattenere la temperatura. Attraverso uno scambiatore di calore, poi, questo viene trasformato in vapore che può alimentare alcune turbine in grado di ricaricare la batteria. Insomma, si tratta di una grande notizia, sia per quanto riguarda l’ecologia, sia per il basso costo associato.