Lo erano già prima, come prerogativa pressoché unica, figuriamoci adesso, in un’era di rincari generale, i mutui diventano l’unica strada se vogliamo, per esempio comprare una casa, per esempio.
La possibilità del cash diventa sempre più un’eccezione, non certo la regola, bisogna ricorrere per forza ai mutui. Ma quali? Tasso fisso o tasso variabile.
Innanzitutto bisogna partire gioco-forza dal loro significato, altrimenti non ci capiremo nulla, oppur andremo a caso a fare una scelta, che ci potrebbe far perdere un mucchio di soldi. Il tasso fisso è la formula di mutuo, in cui l’ammontare degli interessi viene determinata all’inizio e non varia più per tutta la durata del prestito, a prescindere da come si evolveranno le tasse, l’inflazione e, soprattutto le fluttuazioni dei mercati finanziari. Il tasso fisso, inoltre, può essere applicato non solo ai mutui, ma anche a finanziamenti e prestiti.
In soldoni con un mutuo a tasso fisso sapremo sempre la cifra, magari anche un po’ altina, che resterà per tutta la durata del prestito. In questo modo c’è la certezza di poterci fare due conti e stabilire, volendo, una tabella di marcia.
Il tasso variabile, invece, è una particolare formula di mutuo attraverso la quale si calcolano gli interessi, che partono magari da una cifra più bassa rispetto al tasso fisso, ma possono mutare nel tempo, in base a una serie infinite di fattori, compreso il costo del denaro. Che può scendere, certo. Ma, come in questo periodo storico, salire. E anche di tanto.
Ciò che è certo. E ciò che è incerto
Se il tasso scende, la rata diminuisce. Se il tasso aumenta, di conseguenza aumenterà la rata. E’ una scommessa in pratica, che si calcola normalmente sommando l’Euribor e lo spread, i due indici di riferimento.
Statisticamente viene utilizzato da chi preferisce sostenere importi minori delle rate durante il primo periodo del piano di ammortamento, il risvolto della medaglia è che per quanto ci possiamo affidare a un esperto della materia, anche il migliore, non avremo mai la certezza assoluto di quello che potrà accadere domani.
Oggi, allo stato attuale delle cose, c’è da sottolineare come il tasso variabile è più caro del fisso, una dato statistico che non accadeva dal 2008. Numeri che parlano chiari: l’equivalenza tra fisso e variabile che normalmente entrava in una forbice da 100 a 200 punti, si era molto ridotta già negli ultimi anni, adesso ancora di più. Poi, ognuno può scegliere, l’importante è farlo sempre con cognizione di causa e basandosi su dati e numeri reali.