Non c’è più spazio per il “pezzotto”: la Camera dei Deputati approva la legge che metterà fine agli streaming illegali in tempo reale. Dopo l’unanimità, la palla passa al Senato, dove la legge non dovrebbe subire modifiche. La norma è il risultato di una pressione da parte delle pay tv e dell’AgCom.
Per usufruire dei contenuti di intrattenimento emessi dai servizi di pay tv, qualcuno ha trovato il metodo per aggirare il sistema di abbonamenti. In realtà, di giri di questo genere si sente parlare da decenni. Il fenomeno, però, è sempre rimasto in auge e una recente inchiesta di Repubblica ha portato a galla alcuni dati sulla sua diffusione: in Italia sono 5 milioni gli utenti che fanno uso del “pezzotto”.
Per contrastare questi giri illegali, lo scorso novembre è stata proposta una legge che permette di ostacolare gli streaming di questo tipo. Il sistema è semplice e del tutto parallelo a quello legale: si paga un abbonamento mensile, di solito inferiore a quello che si spenderebbe per accedere a tutti i servizi separatamente, e in cambio si ottiene la possibilità di guardare film, programmi tv e, soprattutto, eventi sportivi in live. Queste risorse economiche, ovviamente, finiscono al di fuori dei giri delle pay tv. Per questo motivo Sky, DAZN, e tutte le altre compagnie hanno fatto pressioni per norme più stringenti.
Arriva la legge anti-pezzotto: stop allo streaming illegale
Finora le norme vigenti garantivano l’obbligo di contraddittorio: quando un pirata dello streaming veniva colto sul fatto, prima di poter interrompere il suo servizio bisognava ascoltare le sue ragioni. Con la nuova legge quest’obbligo decade, e ogni volta che verrà segnalato uno streaming illegale nel giro di 30 minuti si potrà interrompere. A guidare questi interventi “digitali” ci sarà il garante delle comunicazioni, l’AgCom, che per l’occasione ha ampliato le sue strutture.
La società potrà infatti contare su dieci nuovi dipendenti: un impiegato, otto funzionari e un dirigente. Gli stipendi di questo personale ad hoc verranno reperiti da un fondo creato apposta dalle pay tv e dalle realtà editoriali. Il problema, infatti, riguarda chiunque cerchi di aggirare il sistema di abbonamenti per fornire, gratis o meno, l’accesso a qualsiasi tipo di contenuti, dai film agli eventi sportivi, dalle riviste ai quotidiani. Il Senato dovrebbe far passare la legge senza modifiche, dunque rimane un interrogativo: i pirati troveranno metodi innovativi oppure è il canto del cigno per il pezzotto?