Ora la Blockchain arriva sulla tavola degli Italiani: ecco cosa ci garantirà
Da Ice 2,6 milioni di euro per i prodotti agroalimentari e moda made in Italy: come il blockchain ci aiuta.
Il made in Italy è un vero e proprio brand riconosciuto e rispettato all’estero. I prodotti, specialmente quelli agroalimentari e quelli della moda e del lusso, che vantano questo marchio sono percepiti dai consumatori degli altri Paesi come essenza di qualità e pregevole fattura. Come accade per ogni originale, però, le imitazioni si propagano tra i consumatori mangiandosi importanti fette di mercato.
Da qui l’idea: utilizzare il blockchain per sigillare la garanzia dell’originalità del made in Italy e renderla riconoscibile all’estero. Per realizzarlo, l’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane (Ice), ha indetto un bando da 2,62 milioni di euro rivolto ad aziende specializzate nelle catene a blocchi.
Il funzionamento è semplice: da una parte ci sono circa 300 imprese piccole e medie che di blockchain sanno praticamente nulla, dall’altra otto realtà imprenditoriali incentrate sulla medesima tecnologia che sta alla base dei bitcoin. Queste ultime collaboreranno con le prime che saranno equamente distribuite, in modo che tutti i loro prodotti potranno ricevere l’inscalfibile marchio di garanzia.
Il made in Italy in blockchain e i dubbi dell’operazione
Lo scopo fondamentale di questo bando è quello di rendere la catena a blocchi uno strumento di marketing strategico in grado di difendersi da possibili imitazioni su tutti i mercati esteri. Il risultato finale sarà quello di rendere possibile il tracciamento a valle, cioè da parte del consumatore, attraverso un qr code. Scannerizzando quest’ultimo, chiunque può accertarsi sicuramente di avere a che fare con un prodotto davvero made in Italy, e non con un falso spacciato come tale.
Per quanto l’iniziativa sembri positiva e potenzialmente efficace, sono molte le perplessità che rimangono a galla. La prima, più grande, è quella della disponibilità economica: cosa accadrà quando saranno terminati i fondi pubblici? Si, perché per ora le pmi chiamate in causa non sono costrette a sborsare un singolo euro, e fin qui tutte sono contente di partecipare all’operazione. Quando i foraggiamenti termineranno, saranno in grado di autosostenere questa scelta?
Qualche dubbio, poi, viene dall’accozzaglia di soluzioni accettate da Ice. Il metodo, infatti, non è univoco e standardizzato. Questo significa creare una confusione che, quando l’intervento pubblico sarà terminato, non aiuterà il prosieguo di questa abitudine. In ultima analisi, mancando una previsione delle pmi che rimarranno ancorate al sistema, quella del made in Italy in blockchain risulta essere un’ottima idea che lascia aperti scenari ambigui per il futuro.