E’ appena iniziato aprile, il quarto mese di un anno, il 2023, che sembra già segnato da una determinata Intelligenza Artificiale.
ChatGPT è sulla bocca di tutti. Il modello di chatbot basato su intelligenza artificiale e apprendimento automatico, sviluppato da OpenAI, specializzato nella conversazione con un utente umano, ha fatto rumore sin dal suo primo vagito.
C’è chi lo ha considerato una minaccia, chi gli ha dato il benvenuto come il nuovo messia della tecnologia. Ha diviso la critica, sbarcando nelle scuole e perfino nelle aule parlamentari.
New York e gli Stati Uniti i primi a osteggiare la sua esplosione, con il divieto istantaneo nelle scuole. Seguiti dall’Australia e altri paesi. Fra cui l’Italia. “Assurdo” ha tuonato Matteo Salvini, leader della Lega. “Assurdo che in Italia si debba usare la VPN come in Cina”. Il vicepremier punta il dito contro il Garante che con il blocco rischia di favorire i concorrenti di Microsoft, che non hanno subito per il momento lo stesso trattamento: “Sono ormai decine i servizi basati su intelligenza artificiale – spiega – d’accordo nel controllare e regolamentare attraverso una collaborazione internazionale tra regolatori e legislatori, ma ogni rivoluzione tecnologica comporta grandi cambiamenti, rischi e opportunità”.
ChatGPT e la sua evoluzione, il GPT-4 con in mente già il GPT-5, sono stati oggetto di analisi perfino dalla la Plymouth Marjon University. Debby Cotton, la direttrice ha redatto un documento accademico, l’ha scritto a sorpresa proprio con ChatGPT.
Vantaggi e svantaggi
Appropriatamente intitolato “Chatting and Cheating: Ensuring Academic Integrity in the Era of ChatGPT”, il documento è stato presentato nella rivista Innovations in Education and Teaching International, dove è stato sottoposto a revisione paritaria da quattro esperti. Inizialmente, i ricercatori non hanno detto a nessuno che il documento è stato scritto dall’intelligenza artificiale e nessuno l’ha capito. Un segnale chiaro della sua forza. “Volevamo dimostrare che ChatGPT scrive a un livello molto alto – sottolinea Debby Cotton al The Guardian – questa è una corsa agli armamenti. La tecnologia sta migliorando molto velocemente e sarà difficile per le università superarla”.
L’uso dell’Intelligenza Artificiale nel mondo accademico è un tema caldo nel campo dell’istruzione. C’è chi ha posto un veto e chi vuole vederci chiaro. “L’uso di chatAPI e GPT-3 nell’istruzione superiore ha il potenziale per offrire una serie di vantaggi si legge nel documento – tra cui un maggiore coinvolgimento degli studenti, collaborazione e accessibilità. Tuttavia, questi strumenti sollevano anche una serie di sfide e preoccupazioni, in particolare in relazione all’onestà accademica e al plagio”.
Il documento esamina le opportunità e le sfide dell’utilizzo di chatAPI e GPT-3 nell’istruzione superiore, con particolare attenzione ai potenziali rischi e benefici di questi strumenti e ai modi in cui le università possono affrontare le sfide che pongono. La dottrina è divisa, tutto a vantaggio di OpenAI.