Tutti gli avvocati dovranno essere provvisti di indirizzo PEC, obbligatorio per la notifica degli atti civili e non solo, dal 28 febbraio.
Da buoni italiani, spesso tendiamo a criticare il nostro Paese per questo o per quell’altro motivo. In alcuni frangenti, però, il nostro stato si attiva prima e meglio di altri, creando degli unicum invidiabili nel resto del mondo. Un esempio è la Posta Elettronica Certificata, abbreviato in PEC, una peculiarità tutta italiana. Il concetto è semplice: si permette di affidare a un messaggio di posta elettronica lo stesso valore legale di una raccomandata con avviso di ricevimento, ma con la rapidità dell’invio di una mail.
La semplicità e l’immediatezza di questo mezzo ha reso la PEC subito un alleato per molte attività soprattutto in ambito legale. I primi anni di introduzione sono stati un po’ turbolenti, con alcuni questioni che sono arrivate fino alla Corte di Cassazione per dirimere controversie legali relative all’utilizzo della stessa. Oramai lo strumento sembra diventato abbastanza maturo da poter diventare ufficialmente richiesto per determinate attività. Così, a partire da marzo 2023, la PEC sarà obbligatoria per tutti gli avvocati che dovranno inviare notifiche di atti giudiziali civili e stragiudiziali a pubbliche amministrazioni, professionisti e imprese.
Senza la PEC non si potrà più fare nulla: obbligo per gli avvocati
L’obbligo scatta automaticamente per tutti i procedimenti promossi a partire dal 28 febbraio prossimo. La data corrisponde con l’entrata in vigore di larga parte della riforma del processo civile, comprendendo le cause con il giudice di pace. Non ci sarà più nessun limite orario per le modifiche via SERC, Servizio Elettronico di Recapito Certificato, o PEC. L’ufficiale giudiziario sarà l’ultima istanza, da evocare solo quando il mezzo non ottiene esito positivo per motivi che non sono imputabili al destinatario della mail certificata.
Gli elenchi pubblici contengono i nomi di professionisti, imprese e pubbliche amministrazioni che sono tenute per legge ad avere un domicilio digitale. Nei loro confronti la notifica PEC è obbligatoria, così come lo diventa per i privati e gli enti che chiederanno di essere ammessi nell’INAD, l’indice dei domicili digitali degli enti di diritto privato e delle persone fisiche. Nel caso di controversie sulle notifiche, si distinguerà il caso in cui l’esito negativo sia imputabile al destinatario e quello in cui ciò non può avvenire. Insomma, si tratta di una grande novità che spinge tutti i professionisti del settore a correre verso l’attivazione di una casella PEC il prima possibile.