Quanto ci costano i caricabatterie lasciati in presa anche quando non servono? Ecco la sconcertante verità
In un periodo in cui le bollette incidono parecchio sul bilancio di casa, ci sono alcuni dispositivi che potrebbero farle aumentare ma a cui non si pensa, tanto comune è il loro utilizzo. I caricabatterie sono infatti tra questi: tra smartphone e portatili, a volte ci si dimentica che vengono utilizzati più di quanto si pensi, ma quanto pesano davvero sulle spese domestiche?
I cellulari, in particolare, sono ormai una parte intrinseca delle nostre vite. L’Italia, in particolare, è uno dei Paesi che li utilizza di più in tutto il mondo, quasi ognuno di noi ha uno smartphone che usa più o meno durante tutta la giornata. E, ad oggi, tutti sappiamo che un cellulare va ricaricato in media una volta al giorno, poiché, essendo in sostanza dei piccoli computer portatili, fanno presto a scaricarsi. Attaccarli al caricabatterie, quindi, diventa praticamente un’azione automatica.
Quando ci si dimentica una luce accesa o capita di dover fare qualche lavatrice in più, spesso il primo pensiero va ai consumi e a quanto si andrà a spendere di più sulla fatturazione elettrica del mese. Quando, invece, si ricarica costantemente il cellulare, quasi nessuno pensa a quanto questo potrebbe incidere sui consumi che verranno riportati in bolletta.
Di base, la ricarica dello smartphone non richiede molta energia. Si stima, infatti, che un ciclo di ricarica stimato di due ore possa assorbire, a seconda della potenza del caricabatterie, tra i 3 ed i 7 Watt. In termini di consumo, questo significa che la spesa elettrica si aggira tra gli 0,006 e gli 0,014 kWh di energia. Con un rapido calcolo, si capisce che quelli spesi nell’arco di un anno sono davvero pochi: si aggirano mediamente tra i 2 ed i 5 kWh.
In termini meno tecnici e per comprendere meglio quale sia la spesa, ipotizzando che si paghi un ammontare di 0,25€/kWh, il costo medio dell’energia tra le compagnie disponibili su territorio nazionale, la spesa finale non sarà esagerata. Andremo infatti a pagare pochi euro per ricaricare lo smartphone tutto l’anno.
Tutto cambia se non si seguono alcune accortezze
Tutto il discorso ha valenza, però, nel caso in cui si seguano le regole specificate su un qualsiasi libretto di istruzioni, oltre che quelle dettate dal buonsenso. Tra queste, alcune accortezze sono indispensabili, ma in pochi le seguono davvero. Ad esempio, lasciare attaccato il caricabatterie dopo il ciclo di ricarica andrà ad incidere di più sulla spesa, anche se il telefono non è collegato. Questo, infatti, continua a consumare energia, a differenza di quanto si creda, anche se nessun dispositivo è in ricarica o comunque attaccato al cavo.
Lo stesso discorso vale anche se un dispositivo è completamente carico. Anche se al 100%, se lasciato collegato alla presa di ricarica verrà comunque consumata molta energia. Per questo, oltre che per evitare di rovinare la batteria del proprio smartphone, è essenziale non ricaricare il cellulare durante la notte.
Con queste premesse, infatti, i consumi aumenterebbero esponenzialmente e, anche se la spesa complessiva non sarà esagerata, risulta comunque evitabile.