Social, la trappola è servita: con questa truffa ti rubano i soldi e prendono anche il tuo account. Scoprili così per non diventare vittima
Un po’ per moda, perché fa tanto personaggio VIP, un po’ per sicurezza, in quanto account verificato, la “spunta blu” è un qualcosa di ambitissimo nei social.
Che sia Facebook, Instagram, Twitter o TikTok, avere quella spunta blu che per Mark Zuckerberg, Elon Musk o ByteDance è fonte di guadagna, è sinonimo di un’autostima talmente elevata, da far di tutto per averla e metterla in evidenza.
La spunta blu, che altro non è che la verifica dell’account, inizialmente era una funzionalità sui social per personaggi pubblici e account di interesse, fu Twitter a crearlo nell’ormai lontano 2009, a stretto giro di posta sono arrivati Google+, Facebook, Instagram, Pinterest, YouTube, via via tutti gli altri. Quel badge è diventato sempre più iconico.
Per l’AGCOM, l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni italiane, la spunta blu, badge, il Check Mark, chiamatela come volere, è uno strumento utile per verificare la provenienza di un contenuto, un simbolo, accanto al nome, che sta a indicare che quell’account ha ottenuto un badge di verifica e risulta un canale ufficiale della persona o dell’organizzazione cui l’account fa riferimento.
Un qualcosa di estremamente positivo, in quanto permette di preservare la credibilità del profilo o della pagina, impendendo, in teoria, che possano essere diffusi dei contenuti da parte di fonti non attendibili che intendono sfruttare la popolarità o la reputazione di altri. E qui cominciano i guai.
Il lato oscuro
“Le pagine verificate cambiano nome, sono un pericolo per gli utenti”. Marco Camisani Calzolari, esperto di cultura digitale, ha scoperto una delle trappole-social, una truffa che alla fine porta sempre lì, al furto di soldi dal tuo conto e addirittura alla presa del tuo account, anche se con la spunta blu.
“La quantità di pagine esistenti con la spunta blu la conosce solo Facebook – avvisa Marco Marco Camisani Calzolari, in un servizio andato in onda su Striscia la Notizia – ma se pensiamo a quante aziende, marchi e personaggi esistono nel mondo credo che probabilmente saranno qualche centinaia di migliaia, per essere conservativi. E quindi una parte di queste pagine potrebbe fare quella fine se Facebook non cambia le regole”.
Marco Camisani Calzolari approfondisce il tema, tanto scottante quanto attuale e pericoloso all’Adnkronos. “Facebook purtroppo permette solo potenzialmente a chiunque di cambiare nome alle pagine verificate con la spunta blu – continua – ma le verifiche sono oggetto di altre truffe, basti pensare alla pagina fake di Elon Musk, con la spunta blu”. I cyber-criminali riescono abbastanza facilmente a cambiare nome alle pagine con la spunta blu, utilizzando nomi noti per ingannare tutti gli utenti. Il consiglio è sempre lo stesso sui social: osservare bene e non semplicemente guardare.