Sono decenni che ci ha cambiato la vita ma nessuno ne capisce l’importanza: ecco perché è fondamentale per tutti
Di ricorrenza in ricorrenza. Neanche il tempo di ricordare la prima chiamata con un telefono senza fili, ed ecco un altro ricordo sbloccato.
Oggigiorno in un mondo che va alla velocità della fibra, siamo soliti dare tutto per scontato. Scontato fare una chiamata col cellulare. Addirittura adesso non c’è bisogno neanche di digitare il numero, chiami qualsiasi assistente (Siri, Google, Alexa e chi più ne ha, più ne metta) gli chiedi di chiamare tizio, tap sul viva-voce. E parli senza problemi né alcuna fatica.
Cinquanta anni fa non era così. Martin Cooper, il primo uomo al mondo a effettuare una chiamata con un telefono senza fili, non aveva nulla di tutto questo, sbagliò perfino quella chiamata, prima di telefonare al suo competitor per dirgli: “Ti chiamo dal marciapiede. Noi alla Motorola ce l’abbiamo fatta, la telefonia cellulare è una realtà”. Accadde esattamente cinquanta anni fa. A pensarci adesso vien da ridere, ma è anche uno spunto di riflessione fermarsi un secondo per capire quanto è cambiato il mondo.
Ma nell’aprile di cinquanta anni fa, un’altra invenzione tech iniziò a scrivere una storia diversa, unica. Unica come unico è lo standard per l’identificazione delle merci. Adesso una regola, prima un’eccezione il codice a barre, sì quelle linee verticali composte (i più diffusi) da 13 cifre, ovvero il prefisso aziendale che identifica l’azienda a livello internazionale; il codice del prodotto; una cifra di controllo, calcolata in base alle altre presenti nel codice tramite un algoritmo.
Sembrano passati secoli
Furono due studenti universitari, Norman Joseph Woodland e Bernard Silver a sviluppare un codice di identificazione costituito da un insieme di elementi grafici a contrasto elevato, destinati alla lettura per mezzo di un sensore a scansione, e decodificati per restituire l’informazione in essi contenuta. Lo inventarono perché c’era un disperato bisogno di automatizzare le operazioni di cassa da parte del presidente di un’azienda del settore alimentare.
Il primo prodotto a essere scansionato da un codice a barre fu un pacchetto di gomme da 61 centesimi. Adesso fa impressione soltanto a scriverlo, per tre ordini di motivi. Le gomme da 61 centesimi non esistono proprio più come pacchetto. Ben che ti va siamo sull’euro, il che significa quasi duemila lire, ben diverso da 61 centesimi.
Il secondo motivo è che in Italia ogni anno 350mila prodotti di largo consumo confezionati con codice a barre GS1 passano alle casse di supermercati per 30,2 miliardi di volte, che tradotto in soldi vogliono dire quasi tre miliardi di scontri. Il terzo? Sono passati solo cinquanta anni, sembrano secoli.