Sony contro IPTV, pezzotto e pirateria: ora saranno i suoi Tv a dire “basta”

Sony contro IPTV e pezzotto – NewsCellulari.it

Tecnologia e Forze dell’Ordine hanno fatto grandi passi avanti nella lotta all’illegalità, ma il fenomeno delle IPTV è tutt’altro che debellato.

Potrebbero arrivare gli sviluppatori di smart tv a dare una bella mano contro Pezzotto (più che mai di moda, a prezzi sempre più concorrenziali) e pirateria. Fra queste, Sony si mette in prima fila.

Sony stare brevettando una tecnologia in grado di rilevare e inserire in una sorta di blacklist tutte quelle applicazioni pirata (ancora tante), che permettono tutt’ora di guardare eventi (principalmente sportivi) ma anche serie e film, senza abbonamento a quella determinata piattaforma. Non solo tramite congegni disponibili per le smart tv, ma anche sui lettori multimediali.

Il concept di Sony è quello di far uso di software di monitoraggio sulle applicazioni di terze parti trasferite su questi o altri dispositivi, che se illegali sarebbero possono essere bloccate direttamente dal dispositivo, in modo tale da proteggere efficacemente i titolari dei diritti tv (streaming compresa), dalla pirateria online.

Negli ultimi decenni, Sony si è affermata come attore leader nei settori della tecnologia, della musica, dei film e dei giochi. Ed è qui la buona notizia un po’ per tutti, a livello globale. L’azienda giapponese non avrebbe esitato a partecipare alla lotta alla pirateria, come conferma questo brevetto in testa al colosso nato in quartiere di Tokyo.

Gli assalti frontali proseguono

Sony ha riconosciuto questa minaccia sin dall’inizio della sue esplosione. Già nelle conferenza americana sui sistemi informativi del 2000, il vicepresidente senior degli Stati Uniti di Sony Pictures Entertainment, Steve Heckler, aveva dichiarato un attacco totale alla pirateria, che si è evoluta nel corso degli anni, diventando un fenomeno allargato, ma che da oggi avrebbe un nemico in più.

IPTV, la dura controffensiva di Sony – NewsCellulari.it

Ai tempi dell’arcinoto Napster, l’azienda giapponese fu la prima a scagliare contro quel flagello alla legalità online, che permetteva con il suo programma di file sharing di scaricare file, mp3 (all’epoca) gratuitamente, prima di entrare nella legalità. Sony tirò fuori il firewall alla fonte, e nulla fu come prima. Negli anni a seguire, Sony diventò sempre più aggressive nei confronti della pirateria, come nel caso dello scandalo rootkit DRM, quando, dopo aver colpito milioni di persone, seguì un richiamo di massa di CD infetti, senza dimenticare le diverse azioni legali collettive.

I giapponesi ci riprovano, puntando su una tecnologia cloud, che alla fine potrebbe sconfiggere la pirateria, certamente nel gaming ma anche nell’intrattenimento video. Come previsto da Heckler all’inizio del secolo, da allora Sony ha ottenuto vari ordini di blocco in tutto il mondo, che richiedono agli ISP di bloccare l’accesso degli abbonati ai siti pirata. Più recentemente, questo sforzo è stato esteso ai risolutori DNS con la causa legale di Sony contro Quad9. Avanti il prossimo.

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