Switch off a fine marzo, non vedremmo più nulla: novità e cambiamenti in corso
Il 2023 dovrebbe segnare l’infinita rivoluzione del digitale terrestre e il tanto agognato inizio della nuova era contrassegnata dal DVB-T2.
Dovrebbe il condizionale d’obbligo, dal momento che sia in notevole ritardo sulla tabella di marcia, e non si conosce con certezza la data ufficiale del definitivo arrivo di quella benedetta estensione dello standard DVB-T del consorzio europeo DVB, che dovrebbe portare una modalità di trasmissione televisiva votata a un digitale più evoluto.
Già, a differenza del suo predecessore il DVB-T2 è un contenitore aperto, in cui possono essere inglobati differenti sistemi di codifica: MPEG-4 (in uso in tutti i canali HD a fine 2022), il più recente ed efficiente HEVC ed altri futuri. Tante belle parole, pochi però i fatti concreti.
Per velocizzare questo processo da andamento lento si è tenuto un Tavolo permanente delle comunicazioni elettroniche, a Palazzo Piacentini, dove erano presenti le direzioni generali, soprattutto l’AGCOM che vuole vederci chiaro con questa sorprendente lentezza rispetto a quelli che erano i programmi (più o meno siamo indietro di un anno rispetto alle previsioni).
C’erano anche i rappresentanti della Conferenza delle Regioni e delle province autonome, le associazioni di categoria dei media televisivi e delle imprese radiotelevisive, le emittenti tv, le società proprietarie dell’infrastruttura di trasmissione e le associazioni del settore dell’elettronica per esaminare i temi di interesse del comparto in un momento di profonda trasformazione. Insomma, tante gente.
La sgasata
La collaborazione fra tutte le parti è stata rinsaldata, il sostegno del Ministero confermato. Ma bisogna sciogliere i nodi del passaggio progressivo allo standard di trasmissione DVB-T2. Non solo. C’è l’allocazione della banda televisiva sub-700, la “prominence” (ossia telecomandi smart privi di tastierino numerico), ma soprattutto la stesura della nuova alla riforma del regolamento dei contributi per l’emittenza locale, a difesa dei minori.
“A seguito dello spegnimento della codifica MPEG2, avvenuta lo scorso 21 dicembre, ora dobbiamo guardare avanti, alle prossime sfide”. Il sottosegretario Bergamotto dà una bella svegliata nel tentativo di trasformare questo andamento lento, in un alta velocità “Per il passaggio definitivo al DVB-T2 è necessario attuare un’azione graduale, che tenga conto del livello di diffusione degli apparati televisivi di nuova generazione, un dato che stiamo monitorando e i cui risultati si potranno avere a marzo. Ci siamo, insomma.
Una data ancora non è stata individuata ma la sensazione è che per fine mese il nuovo approccio un po’ più smart possa portare a un qualcosa di più verosimilmente definitivo. La speranza è quella.