Fin quando non interverrà l’AGCOM o gli organi preposti, tutto è lecito. Le compagnie telefoniche continua la rimodulazione unilaterale di alcuni contratto con gli utenti. Soprattutto per i clienti TIM.
Galeotta la clausola all’atto della sottoscrizione del contratto che lascia campo libero a una compagnia telefonica, nel particolare TIM, di poter cambiare le carte in tavola, a partire da aprile 2024, per quanto riguarda il cambiamento dei prezzi di alcuni contratti.
Tutto questo si traduce in un aumento annuale del costo mensile, in base all’inflazione. Il punto di partenza della situazione sta tutto in un messaggio che la compagnia telefonica invierà, o ha già inviato, proprio nel mese di marzo, ai suoi utenti.
“I cambiamenti dello scenario macroeconomico recentemente intervenuti – si legge nel messaggio di TIM – con particolare riferimento ai costi energetici e delle materie prime, incidono negativamente sull’equilibrio economico dei servizi forniti da TIM, rendendo quindi necessario, così come avvenuto in altri settori dell’economia italiana, prevedere un meccanismo predeterminato di adeguamento annuale dei prezzi praticati ai clienti finali”.
Questione di inflazione, che in questo periodo di crisi, caratterizzata dall’era post pandemia da Coronavirus e guerra in Ucraina, non può che elevare i prezzi. Ma di quanto? Sarà un mero calcolo aritmetico che cambierà, ripetiamolo di nuovo unilateralmente, il contratto stipulato fra utente e compagnia telefonica. Un’applicazione automatica in modo tale che i clienti non possano esercitare il diritto di recesso senza costi o penali come invece prevedono normalmente le modifiche unilaterali di contratto.
Quei fatidici cinque euro
Certo, gli utenti avranno sempre il diritto di recesso, vista proprio l’unilateralità della rimodulazione contrattuale, si potrà passare liberamente a un nuovo operatore, a patto che non si hanno pendenze economiche pregressi, ma visto che un po’ tutte le compagnie stanno usufruendo di questa clausola contrattuale, alla fine c’è poco da cambiare.
L’altra cattiva notizia è che l’aumento sarà più alto rispetto al precedente. A partire dal Primo Maggio, infatti, il costo mensile di alcune offerte TIM di linea fissa aumenterà di un tot: fra i 2,90 euro e i cinque al mese, IVA inclusa. “Per esigenze economiche dovute al mutamento del contesto di mercato” si è affrettata TIM a trovare giustificazione.
Gli aumenti investiranno anche sulle offerte TIM Super, fra cui TIM Super Premium, TIM Premium, Premium Base e Premium WiFi Special, in misura percentuale pari all’indice di inflazione rilevato dall’ISTAT, maggiorato di un coefficiente pari a 3,5 punti percentuali. Da qui si fa presto ad arrivare ai fatidici cinque euro.